Autore:Belcanto Italiano ®

TUTTO ESAURITO PER IL GRANDE EVENTO GIGLIANO DEL 23 NOVEMBRE 2017

Verona, 23 novembre 2017, ore 18,00, sala Maffeiana del Teatro Filarmonico:
A rappresentare in Italia il nome di Gigli e della sua famiglia, nel 60° anniversario della sua scomparsa,  ci saranno i fondatori del Centro Internazionale di Studi per il Belcanto Italiano ® Beniamino e Rina Gigli di Recanati, Astrea Amaduzzi, soprano e docente internazionale di tecnica vocale e Mattia Peli, pianista compositore e direttore d’orchestra.
Grande evento gigliano a Verona con il Soprano Astrea Amaduzzi e il maestro Mattia Peli, in collaborazione con il Museo della Radio di Verona. Ospiti d’eccezione Beniamino Gigli jr e il Tenore Ugo Benelli
L’eccezionale evento gigliano si terrà in un vero e proprio tempio della lirica Italiana:
La sala Maffeiana, uno degli interni più belli di Verona, è l’unica parteintatta dell’originale teatro, rimasta esattamente come era il quel 5 gennaio 1770, quando tutti i presenti poterono assistere all’esibizione di Wolfgang Amadeus Mozart che stupì tutti gli accademici dell’Accademia Filarmonica al punto che il giovane musicista fu dichiarato Maestro di Cappella onorario.
La Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona
Per l’eccezionale evento gigliano i posti sono già tutti esauriti.
Il Soprano Astrea Amaduzzi, raffinatissima belcantista dalla splendida voce e “tecnica vocale eccezionale” – così come dichiarato dallo stesso nipote di Beniamino Gigli – con il Maestro Mattia Peli che la accompagnerà al pianoforte, renderanno omaggio
al nome di Gigli assieme a partner illustri:
il Museo della Radio di Verona, l’Associazione Verona Lirica, l’Associazione “B. Gigli jr” di Roma, il marchio Belcanto Italiano ® e la storica Associazione Gigli, fiore all’occhiello di Recanati, paese natale di Gigli.
Le Associazioni Gigliane di Roma e Recanati e il Centro Internazionale di Studi per il Belcanto della storica cittadina che ha dato i natali al “Cantore del Popolo”, si sono mosse grazie all’idea di Alberto Chiàntera, Presidente del Museo della Radio di Verona, e grazie alla sapiente concertazione di Beniamino Gigli jr, nipote del grande tenore, che sarà il vero “collegamento” – tra il passato e il futuro.
Il soprano Astrea Amaduzzi, che lo stesso Gigli jr, testimone diretto di una qualità intramontabile, ha voluto a rappresentare l’illustre tenore, dimostra la capacità di cesellare suoni, fraseggio ed espressioni assieme all’uso sapiente della mezzavoce, tutte qualità tipiche della scuola gigliana. Testimonial e ospite d’eccezione il Tenore Ugo Benelli che sarà presente in sala.
Nel 60° anniversario della scomparsa di Gigli questo grande evento intende sottolineare che la tradizione lirica della Scuola Belcantistica italiana, può continuare ad esistere soltanto mantenendo integro il filo conduttore con un passato da studiare e valorizzare in modo autentico e competente, e in tal senso l’ascolto da dischi originali e grammofoni che verrà fatto in sala è essenziale. Preziosa risulta dunque la partecipazione del Museo della Radio di Verona, unico al mondo per ricchezza e originalità di cimeli storici esposti.

Astrea Amaduzzi e Mattia Peli, alternandosi alle coreografie di Rossana Sechi e alla voce di Gigli che potrà dunque essere ascoltata direttamente dagli splendidi grammofoni di Alberto Chiàntera, e all’ospite d’onore, Beniamino Gigli jr che racconterà aneddoti sulla vita del nonno,  ceselleranno un repertorio perfettamente attinente all’occasione:

De Curtis – Non ti scordar di me (1935)
Mozart – Porgi amor
da “Le nozze di Figaro” (1786)
Schubert – Ave Maria (1825)
Verdi – D’amor sull’ali rosee,
da “Il trovatore” (1853)
De Curtis – Torna a Surriento (1902)
Rossini – Come dolce all’alma mia
da “Tancredi” (1813)
Verdi – La donna è mobile
da “Rigoletto” (1851)
Puccini – Tu che di gel sei cinta
da “Turandot” (1924)
Bixio – “Mamma” (1940)
Bellini – Ah, non credea mirarti
da “La sonnambula” (1831)
De Curtis – Ti voglio tanto bene – (1937)

Quando “fuggire” da un insegnante di canto: 15 punti su cui riflettere

 

Se dopo mesi di studio cantate male e con grande fatica, allora è arrivato il momento di leggere questo articolo.

Nella mia esperienza di insegnamento della tecnica vocale (cosa assai facile resa sempre tanto complicata da insegnanti dediti -magari anche inconsapevolmente- alla distruzione di splendide voci), ho raccolto diverse testimonianze di assurde stranezze che hanno UN SOLO SCOPO: QUELLO DI BLOCCARE LA VOCE e la gioia e la facilità del canto.

Sarò schematica e precisa. E sottolineo una cosa molto importante: tutto quello che scrivo è testimonianza diretta di miei Allievi, vittime scampate a un vero (e assai costoso) massacro della voce.

  1. “Respira, ma poco e senza muovere il torace e la pancia” (Charlotte, Mezzosoprano) SCAPPATE VIA IMMEDIATAMENTE. La respirazione profonda diaframmatico-addominale-intercostale, con voluminosa espansione di torace e zona addominale è LA BASE PRINCIPALE di un canto lirico facile.
  2. “Quando respiri per preparare il suono abbassa tanto la lingua” (Nino Mezzosoprano, Viola, Soprano) Sbagliatissimo. Rifiutatevi. Qualsiasi forzatura sulla lingua provocherà un irrigidimento laringeo e costituirà un blocco per un canto libero e facile.
  3. “Quando canti tieni la gola allargata” (Viola, Soprano, Nino, Mezzosoprano) Sbagliatissimo, o meglio, il principio sarebbe giusto ma la cosa è detta molto male. Una grande parte del decadimento della tecnica vocale nel canto lirico è data dal totale fraintendimento dei termini usati dai grandi cantanti. Non si impara a cantare leggendo trattati e scritti, ma con l’esempio DIRETTO di un maestro. LA GOLA NON VA “ALLARGATA”, tentare di “allargare” qualcosa in gola vi procurerà ancora una volta rigidità e cantare risulterà veramente faticoso. Gola allargata spiega male il concetto migliore di “GOLA APERTA”, completamente libera. La gola si mantiene aperta da sola, se le si permette di funzionare bene, aiutandola con una tecnica giusta e con il perfetto appoggio del fiato.
  4. “…Mi facevano cantare seduta su una palla enorme e mentre cantavo dovevo rimbalzare con il sedere… ma la voce era sempre bloccata”. (Viola, Soprano) TERRIFICANTE. RIFIUTATEVI DI FARLO O SCAPPATE VIA. Soprattutto per uno studente alle prime armi c’è bisogno di stabilità e concentrazione, movimenti concitati eccessivi servono solo a destabilizzare e a bloccare l’apprendimento.
  5. “In conservatorio, per me cantare è una vera tortura. Non posso respirare profondamente e mi dicono di rimanere completamente immobile ma io mi irrigidisco e non riesco…a un certo punto mi sono rifiutata” (Charlotte, Mezzosoprano) Questa ragazza ha ragione nel rifiutarsi. Respirare profondamente come ho già detto è la PRIMA NECESSITA’ per una resa ottimale del canto lirico, e stare completamente immobili creerà soltanto rigidità e ansia. Quindi ne’ agitarsi troppo ne’ restare immobili, ma cercare una postura comoda e morbida e un ottimale supporto sulle gambe, sentendosi liberi di fare, soprattutto i primi tempi, lievi movimenti del corpo.
  6. “Sostenere il canto è come andare al bagno” (Pierluca, Tenore) – Beh qui la cosa è detta veramente male ed è pericolosa per chi non sa ancora cantare a regola d’arte. Se immaginate di andare in bagno e fare la pupù e spingete vi accorgerete sì di usare i muscoli addominali, ma ahimé sentirete anche un blocco in gola e le vostre corde si chiuderanno rigidamente. Se proprio volete immaginarvi in questa situazione da toilette, fatelo pure, ma senza chiudere la gola.
  7. “Quando cantavo dovevo spalancare la bocca e mettere il pugno chiuso in bocca. Ma la voce si bloccava” (—– (La povera vittima in questione oltre che respirare quasi niente presentava frequentissime rotture nel mezzo dell’emissione vocale ed è un mezzosoprano dalla voce favolosa che hanno fatto cantare da soprano per anni). FUGGITE VIA IMMEDIATAMENTE. L’apertura di bocca e mandibola nel canto lirico è un meccanismo delicatissimo e complesso, e va fatto nel modo più morbido e naturale possibile.
  8. “Mi facevano cantare muovendomi come quando si fa sesso” (Gian, Tenore). Ragazzi, ne ho sentite tante ma questa è una delle più curiose. Ma a quanto pare questo sistema non ha funzionato, perché il tenore in questione aveva la voce bloccata e innaturalmente stridula.
  9. “Mi hanno insegnato 7 tipi di respirazioni diverse” (Mauricio, Tenore). No. Non va bene. Il meccanismo respiratorio ottimale per il canto lirico è semplicissimo anche se un po’ insolito (non si usa nella vita di tutti i giorni), vi consiglio di leggere un articolo che spiega in modo semplice quest’argomento: “La respirazione nel canto lirico“.
  10. “Quando ho chiesto alla mia ex insegnante dove avevo i passaggi di registro lei mi ha risposto: “Eh, ma ne hai diversi”…(…)” (Giovanna, Soprano) SCAPPATE SUBITO E SENZA PENSARCI DUE VOLTE. Se l’insegnante a cui vi affidate non sa cosa sia esattamente un passaggio di registro e non sa farvi sentire esattamente come e perché si fa, è come un venditore calvo di lozione per la ricrescita dei capelli.“Mi hanno fatto cantare in ginocchio e con la schiena la testa completamente reclinata indietro ma io non riuscivo, ero completamente bloccata….” (Charlotte, Mezzosoprano) (Accade in Germania, chissà che questa tortura terrificante non venga usata anche in Italia…) —> DOPO ESSERSI CATEGORICAMENTE RIFIUTATI DI FARLO, FUGGIRE VIA SUBITO. Buttare completamente la schiena e la testa indietro piegando forzatamente il collo bloccherà completamente la vostra respirazione e la vostra laringe, e se ancora non l’avete capito, nella vostra laringe ci sono le corde vocali. La laringe nel canto lirico deve essere completamente libera.
  11. Mi facevano fare tutti i vocalizzi sulla A, ma doveva essere proprio A, e io avevo un gran dolore” (Francesca, Soprano). Fuggire via IMMEDIATAMENTE. Come esperienza diretta, posso dirvi che a me, che vi racconto adesso tutte queste storie di torture vocali,  hanno imposto di fare vocalizzi su tutta la mia estensione fino ai sopracuti con la sillaba “NI” e la I doveva essere proprio “I”. Una tortura orribile, ho preferito fuggire via dopo poco e vi assicuro che non avrei potuto fare scelta migliore. Nei centri si può anche arrivare a resistere, ma salendo verso gli acuti la situazione diventa insostenibile, poiché assolutamente la pronuncia esatta delle vocali deve cedere il passo alla comodità di emissione dei suoni.
  12. “Io non ne posso più. Mi fanno dire tutte le vocali, A, E, I, O, U, che devono proprio essere perfette, ma io non posso farlo!” (Charlotte, Mezzosoprano). No cari studenti di canto, non dovete farlo. Rifiutatevi e se insistono, scappate via. Cantare non è esattamente come parlare, deve “diventare facile” come quando si parla, ma il meccanismo non è lo stesso. Le vocali vanno tutte adattate ad una assoluta comodità di emissione di suono lirico.
  13. “Gli acuti non venivano e mi facevano spingere come un dannato. Era proprio una cosa da animali e io ero disperato” (Pietro, Tenore). No, il canto lirico non è fatto di violenza e spinta, ma da morbidezza e grande sostegno. Gli acuti non vanno “spinti”, ma ben sostenuti con un perfetto sistema respiratorio. Però non è sufficiente: per fare buoni acuti è necessario che si studi a regola d’arte il passaggio di registro, cioè il libero cambio di posizione laringea. Allora fare gli acuti diventerà facilissimo. Bisogna imparare a “scivolare” tra i suoni, evitando di forzare l’emissione. Non si canta con la forza, ma con una vera ed eccellente tecnica.
  14. “Ero mezzosoprano, ma poi mi hanno detto che la mia voce diventava più brillante se cantavo da soprano” (Nino, Mezzosoprano). Diffidate sommamente da chi vi dice che la vostra tipologia vocale dipende da fattori psicologici o timbrici. Esistono tenori con il timbro ( = colore della voce) baritonale o baritoni con un colore vocale tenorile. Non sarà la psicologia o il colore della voce a fare di voi un tenore invece di un baritono, un mezzosoprano invece di un un soprano leggero, ma la tessitura e i passaggi di registro. La tessitura è l’area in cui la vostra voce si muove meglio, i passaggi di registro il punto a in cui la vostra laringe cambia posizione e passa alla voce di testa e a quella di petto.
    • Imparare a cantare bene è veramente SEMPLICE se si è guidati da un bravo Maestro di canto.
    • Scappate anche dai foniatri o dagli scrittori che si autonominano insegnanti di canto senza saper cantare.
    • Che voi abbiate una voce robusta o leggera, in pochi mesi i problemi tecnico-vocali vanno risolti in modo pratico.
    • Evitate di frequentare maestri che non siano in grado di cantare veramente molto bene e ricordate che tra quelli che sanno cantare molto bene è possibile che non tutti siano bravi insegnanti.
    • Ricordate anche che un pessimo cantante non sarà MAI un bravo insegnante di canto.

    Ripeto ancora, non si canta con la forza ma con un sistema perfetto ed efficiente che tenga il vostro strumento vocale in completa salute.

    Evitate di sprecare tempo ed energie e soprattutto non passate anni a pensare di non essere capaci di cantare in modo bello e semplice seguendo sempre la stessa strada, perché sicuramente non sarete voi a sbagliare, ma coloro che dandovi la direzione, ignorano completamente che essa sia sbagliata.

    Buono studio a tutti! M° Astrea Amaduzzi

L’oratorio verrà presentato con esecuzione della cavatina di Abigaille in anteprima mondiale assoluta in tempi moderni a Roma, presso la Basilica di Santa Teresa d’Avila, in Corso d’Italia 37 alle ore 16,30.

Presentazione dell’ “Abigaille” di Giuseppe Persiani a Roma, 16 luglio 2017, con l’anteprima della cavatina della protagonista – prima esecuzione mondiale in tempi moderni

Sarà presentato a Roma il 16 luglio 2017 l’oratorio di Giuseppe Persiani “Abigaille”

L’Anteprima Mondiale della cavatina della protagonista (riduzione per Organo e Voce) sarà eseguita al pubblico all’interno del concerto “Sacred Vocal Music in Rome”, che si svolgerà a Roma, nella Basilica di Santa Teresa d’Avila, il 16 luglio 2017 alle ore 16,30.

Abigaille o sia La morte di Naballo, azione sacra su libretto di Giovanni Battista Rasi, console generale del Regno di Sardegna nello Stato pontificio, fu rappresentato in casa dello stesso Rasi il 6 dicembre 1826 e subito replicato a S. Maria della Vallicella l’8 Dicembre oggi festa dell’Immacolata Concezione.

La prima interprete del personaggio di Abigaille fu Agnese Costa, poi nella seconda rappresentazione per la festa dell’Immacolata concezione Persiani utilizzò un cantore Soprano della basilica di San Giovanni in Laterano.

La scrittura della Cavatina di Abigaille è quella di un giovane Persiani che, a differenza della romanza di Ines de Castro di nove anni dopo più vicina a Bellini, si rifà alle colorature iperboliche e allo stile di Rossini.

LA VICENDA

L’argomento di questa drammatica azione, intesa principalmente a celebrare la potenza e le glorie della Gran Vergine e Madre di Dio Dio figurata dai Santi Padri nella prudente Abigaille.

La sua storia è narrata nel primo libro di Samuele. Abigail, donna “di buon senso e di bell’aspetto”, era moglie di Nabal di Carmel, ricco proprietario di armenti della stirpe di Caleb.

Trovandosi in difficoltà nel deserto, Davide mandò i suoi servi da Nabal a chiedergli provviste, ricordandogli della protezione precedentemente offerta dalla sua gente ai suoi uomini e ai suoi greggi, ma Nabal li respinse con arroganza. Davide, offeso e adirato, decise di vendicarsi attaccando Nabal e uccidendo tutti i maschi della sua famiglia. Quando Abigail venne avvertita dell’imminente attacco, di nascosto dal marito e con l’aiuto dei servi, caricò sugli asini un gran numero di vettovaglie (pane, vino, montoni, grano tostato, uva passa, fichi secchi) e si recò da Davide, gettandosi ai suoi piedi e supplicandolo di perdonare l’offesa subita e di risparmiare la sua gente.

David, commosso, desistette dal suo proposito di vendetta e ringraziò Abigail per avergli impedito di compiere una strage.Nabal morì dieci giorni dopo e David ne sposò la vedova.

Abigaille o sia la morte di Naballo, azione sacra del Sig. Giuseppe Persiani su libretto di Giovanni Battista Rasi, 1826

PERSONAGGI

Abigaille: Soprano, sposa di

Naballo: Basso,ricco possessore del monte Carmelo,

Davidde: Tenore, eletto Ré di Israele,

Abisai: Basso,scudiero del medesimo.

(Coro di guerrieri con Davidde, di pastori e amici con Naballo)

Strumenti: Violini,Viola,Contrabbasso,Flauto,2Clarini,2Corni,1 Fagotto.

Cavatina di Abigaille dall’Oratorio “Abigaille” del M°Giuseppe Persiani

 

Anteprima Mondiale – riduzione per Organo e Voce

Astrea Amaduzzi Soprano

Mattia Peli Organo

 

Revisori: Mattia Peli e Paolo Santarelli

Recitativo Oh stoltezza oh sommo errore

Aria Ah! Consiglio, o sommo Dio!

Cabaletta Ma qual fiamma, qual mai raggio

 

L’oratorio, presentato con esecuzione della cavatina di Abigaille in anteprima mondiale assoluta in tempi moderni a Roma, presso la Basilica di Santa Teresa d’Avila, in Corso d’Italia 37 alle ore 16,30, (ingresso libero) verrà poi rappresentato in forma scenica e con costumi, per la regia di Paolo Santarelli.

Masterclass con la fondatrice di Belcanto Italiano ® a Roma

Belcanto Italiano ® Summer School a Roma

Un eccezionale seminario con Astrea Amaduzzi, una tra le più note insegnanti di Tecnica Vocale del mondo, eccellente Soprano, e fondatrice di Belcanto Italiano ®. Vi aspettiamo a Roma dal 16 al 23 luglio!

Maestro al Pianoforte: Mattia Peli

Sono già iscritti studenti di Canto da ogni parte del mondo! Ancora pochissimi i posti disponibili. Informazioni e prenotazioni (Tel & WhatsApp) +39 3475853253

Straordinario Open Day sulla megliore tecnica vocale con la fondatrice di Belcanto Italiano ®!

Straordinario “Open Day” di Belcanto Italiano ® a Roma – 22 luglio 2017

Prossimo “OPEN DAY” di Belcanto Italiano ® a Roma!
Sabato 22 luglio 2017, partecipazione gratuita fino a esaurimento posti.

C’è ancora possibilità di iscrizione, per Cantanti e Pianisti accompagnatori.
Prenotazioni (SMS & WhatsApp) al n.
347 58 53 253